Qui terra… Siamo a 60 giorni di quarantena forzata… e va tutto bene! (A parte il fatto che c’è una pandemia 😷)

Oramai, come te che mi stai leggendo, mi sono adattato a questa situazione. Ho aggiustato la mia routine, che ormai è precisa come un orologio svizzero, ma sento la mancanza del rito dell’aperitivo con gli amici e un po’ di sana socialità.

Poi certo, la convivenza con i congiunti è da incastrare…ma se siamo soppravvisuti al deploy del venerdì alle 17.00, non ci spaventa più nulla.

Diversamente da quanto credevo, mi sono reso conto di non aver così tempo libero come credevo in smartworking: si lavora come al solito, e ,a parte il tempo di commuting (che ora uso per prendere un po’ di sole, fare palestra o una corsetta) quello che rimane da dedicare ad altre attività è veramente poco.

Le “altre attività” sono primariamente due: giocare a giochi della playstation acquistati e mai finiti, e leggere un po’ di libri che mi sono imposto di leggere quest’anno. (e ovviamente mettere online questo blog che è nella todo list da Natale 2018 😅)

Libri da leggere 2020

In questo momento sto leggendo Corporate Rebels, un libro che parla di aziende fuori dal comune.
“people centered”, come va di moda dire ora (qualcuno ha detto buzzword?). Ma queste aziende lo fanno sul serio, mica per finta. Nel libro ci sono un sacco di modelli aziendali costruiti sulle specifiche purpose delle aziende che li hanno ideati e che risolvono veramente, dati alla mano, i problemi per cui sono stati creati. Oltre a questo, le esperienze raccontate sono a tratti così disruptive ma così semplici da far sobbalzare dalla sedia.
Sono arrivato a metà, ma al momento grandi soddisfazioni.

Durante la lettura, mi sono imbattuto in un passaggio che mi ha colpito, perchè è riuscito lì per lì a farmi provare emozioni diverse e contrastanti e a farmi ronzare pensieri per qualche giorno.

Quote da Corporate Rebels: It is painfully obvious: the system in which many people still work was created for a stable, slow and predictable world that no longer exists.

Sicurezza

E’ da qualche tempo che ho compreso ed interiorizzato che la stabilità è solo un’illusione e che gli sforzi per cercarla rischiano di essere uguali se non maggiori del “semplice” adattamento.

Quante situazioni paradossali abbiamo visto nei nostri luoghi di lavoro, e quanta energia abbiamo investito per tenere in piedi un castello di carte, che alla fine non è servito a niente se non a per preservare lo status Quo ? Quante energie spendiamo per evitare di mettere in discussione i “si é sempre fatto così” ?

Tristezza

E’ da 2 mesi che i media ci raccontano che “andrà tutto bene”, senza però ben capire cosa vuol dire. Ci viene costantemente alimentata un’ambita voglia di ritorno alla nostra normalità: è nella natura umana il non voler cambiare.

Ma siamo sicuri che valga la pena continuare a concentrarsi nel voler tornare a ieri, rischiando di perderci un modo per essere migliori domani?

Guardare la vita da uno specchioretrovisorePhoto by Daoudi Aissa / Unsplash

Speranza

Se non altro, ora la maggior parte delle aziende inizieranno a pensare di avere un processo, e conseguentemente useranno dei tools per lavorare da remoto che scopriranno rendere il tutto più efficace, veloce e senza errori (io vi ho detto che è una speranza 😆).

Riscatto

E poi si, in fondo anche senso di riscatto. Tiè, adesso il mondo sa cosa vuol dire “cambiamento”.

É arrivato in maniera brutale, inaspettato e ha cambiato tutto. Ora tutti si possono rendere conto di come sia la vita media dei programmatori, sempre alla rincorsa del requisito nascosto o della funzionalità da fare all’ultimo momento con la massima priorità.

Scusami, ci sarebbe questa piccolissima cosa che vorrei cambiare, e sai mi servirebbe per domani, perchè altrimenti non possiamo usarlo. Tanto si fa presto no?

Che equivale a:

Beh cosa cambia? Adesso lavori da casa, no?

Provocazioni a parte, mi sto rendendo sempre più conto di come le skill organizzative e di approccio al cambiamento accumulate negli ultimi tempi, si stiano rivelando perfette per questa situazione.

Poco prima che Padova diventasse zona rossa, aziendalmente abbiamo deciso di lasciare l’ufficio e lavorare tutti da casa. E il nostro modo di lavorare non è cambiato di una virgola. Ma veramente! I progetti vanno avanti, gli standup si fanno, la formazione si fa, le pause si fanno… tutto come prima ma non come prima.

Ho iniziato quindi a chiedermi per quale motivo Seesaw, e le tante altre piccole realtà del nostro settore, si sono adattate così rapidamente mentre altre scoprono ora che la videochiamata non è solo uno spot del 2007 della Telecom, ma anche, tra i tanti, un potenziale strumento lavorativo.

Come mai nel settore IT c’è in generale non solo costante innovazione tecnologica, ma anche metodologica, organizzativa con un occhio sempre più attento alla persona?

La risposta che mi sono dato è che nel nostro lavoro siamo ormai così abituati ad affrontare domini che (ancora) non conosciamo, persone che (ancora) non conosciamo, esigenze che (ancora) non conosciamo, tecnologie che (ancora) non conosciamo, che oramai la nostra capacità di adattamento ci ha permesso di sviluppare forma mentis , processi, metodologie e tools che nemmeno una pandemia può (quasi) scalfire. Ed è un superpotere fantastico(e che si può imparare)!


Lascio quindi questo mio pensiero a te.

Se il tuo lavoro non c’entra niente con i computer e la programmazione, ti invito a lasciarti incuriosire ed ispirare dal mio bizzarro e frenetico mondo, nella speranza che tu possa scoprire ed imparare qualcosa di nuovo che possa far evolvere il tuo lavoro per sopravvivere a questa situazione.

Se sei un collega e ti ritrovi su quello che ho scritto, aiuta chi non ha la tua visione! Questo è un momento perfetto per innescare cambiamento, e noi che ne siamo siamo esperti, dobbiamo fare la nostra parte!

Se invece non sei d’accordo per niente, beh, sono curioso di sapere il tuo punto di vista 😉

Su una cosa però sono sicuro che tutti concorderemo:

Non c’è peggior cosa che sprecare una crisi. Smettiamo di pensare che "andrà tutto bene" e ingegniamoci per poter dire "andrà tutto meglio"!